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giovedì 23 febbraio 2012

Chiediti perché hai studiato Lettere, ora - rispondere a posteriori è sempre più facile -. Perché le parole sono lo strumento più potente che ci abbiamo. Ce le siamo forgiate nel tempo e i significati si sono sedimentati e stratificati. Poi anche diversificati e talvolta capovolti.
Con le parole ci si può fare un mucchio di cose. Convincere la gente, per esempio (tra l'altro di quello che vuoi, se hai il talento dell'oratore). Di lì puoi governare uno stato... o accontentarti di difendere la gente al tribunale. Ti puoi inventare imbonitore o essere un ottimo venditore. Sopra le parole, altrimenti, ci puoi costruire il tuo mestiere di giornalista. Oppure ci puoi fabbricare delle opere d'arte: romanzi, poesie... canzoni. La cosa più banale (?): ci parli, con le parole. Quando parlare significa collegare il cervello alle sillabe, intendo.

Mi piace incontrare persone che sappiano parlare. Certo, non serve nessuna laurea per questo. Totalpiù quella ti dà un pochino di consapevolezza aggiunta - alla fine, infatti, credo di essermi iscritta a Lettere perché mi piace leggere... è una solida base per costuirmici l'avvenire! -. Dicevo... vorrei incontrare persone che non sciupino il dizionario. Persone che: ogni parola un grammo e tot calorie; fare il conto prima di inceppare la glicolisi.

Ahah, "glicolisi"... non è una parola a caso (per l'appunto!). Mi ricorda di una sera in enoteca a parlare di un blog. Due calici, un computer, qualche progetto, dell'entusiasmo... poi nulla di fatto, naturalmente, perché spesso le parole rimangono solo parole. E allora io mi sono costruita la mia pancia della balena. Sarà popolata da molti dei nostri eroi, suppongo.  

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