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mercoledì 6 febbraio 2013

I dì d'la MerLa

Chissà se i giorni della merla esistono in tutta Italia. Un po' meno di due settimane fa (che erano appunto i giorni della merla – l’ho appena scoperto, ma questo si capirà più avanti nel corso della storia –) me lo ripeteva sempre la mamma che sua figlia la aiuto a fare i compiti. Arrivavo e sulla porta mi diceva «Mamma mia, Ely – mi chiama così, il perché devo ancora capirlo, che me mi sembra tanto il diminutivo di Elisa, non di Eleonora, che poi, Elisa dico, tra l’altro, sarebbe mia cugina, ma la mamma della figlia che la aiuto a studiare mica lo sa e comunque mi chiama Ely, con la ‘y’ proprio finale, perché quando mi paga mi mette i soldi in una busta che sopra c’è scritto Eleonora di solito, ma invece l’ultima volta c’era scritto Ely anzi Elly  con una ‘l’ in più aggiunta dopo dalla bimba che invece lei mi chiama Elly con due ‘l’, ma sempre con la ‘y’ finale come attestano i numerosi messaggini che mi manda sul cellulare facendomi venire il nervoso ma questo non è bello da parte mia, cioè che mi venga il nervoso, perché credo che la bimba che la aiuto coi compiti non abbia molte amiche e forse crede che io sia un po’ sua amica e allora io provo a non farmi più venire i due minuti quando mi manda 10 messaggi in fila –, che freddo, sono proprio i giorni della merla!» mi diceva la mamma che sua figlia la aiuto a studiare quando ero sulla porta di casa sua più o meno due settimane fa. E bisogna dire che questa signora è ceca (non cIeca, con la ‘i’, ma ceca, senza ‘i’, cioè della Repubblica Ceca). Allora insomma mi sono detta che sicuramente è un modo di dire che ha sentito da suo marito (che è italiano) che tra l’altro quelle volte che l’ho visto quando arriva a casa dopo il lavoro – che spesso io e la bambina stiamo ancora facendo i compiti perché lei non è proprio veloce ma anche qui non voglio essere insensibile, dico solo che insomma non è Copernico e, se per questo, neanche Tolomeo che pure se aveva detto che la Terra era al centro dell’universo, comunque ne aveva dimostrata di fantasia e di spirito antropocentrico! –, dicevo, quelle volte che arriva a casa il marito, che sua moglie è ceca e la loro figlia la aiuto a studiare, quell’uomo lì tutte le volte che lo vedo mi dà sempre l’impressione di essere uno di quelli che parla tutto il tempo per modi di dire e proverbi e la Irma lo diceva sempre e mio nonno non aveva tante balle – però che tutte queste cose le dice in dialetto. Per cui la storia dei giorni della merla molto probabilmente non è paneuropea. Molto probabilmente il padre della bambina l’avrà ripetuta in continuazione finché la moglie nonché madre della bambina che la aiuto a fare i compiti l’avrà ripetuta a me. Allora mi rimane il mio dubbio circa i confini geografici di questa diceria della merla. Tutta Italia o solo qui in zona – che poi sarebbe la bassa reggiana –? Eeh lo so anch’io che ci sono dubbi ben più grossi, o più gravi, o esistenziali, o amletici, o che dir si voglia, ma me stasera – che adesso sono le undici e mezza – m'è toccato questo. E non è che non ci dormirò stanotte, però mi è venuto da pensarci, ecco. Può anche essere che se lo chiedo a Google in breve svelerò l’arcano. Solo che adesso mi è venuto in mente che volevo dire un’altra cosa. Cioè sempre sui giorni della merla, però un’altra cosa che non riguarda l’Italia e se i giorni della merla esistono in tutta Italia o solo a Reggio Emilia e provincia. Infatti volevo dire che io ho sentito parlare di questi giorni della merla fin da quando ero molto piccola. E ero piccola davvero perché mi ricordo che mio nonno dava l’annuncio che erano arrivati i dì d’la merla e io capivo che erano arrivati i dì d’la merda. Mi è rimasto impresso proprio perché mi sembrava una roba impossibile che mio nonno dicesse merda così serenamente, senza un apparente motivo o senza un contesto logico. I giorni della merda. Ero piccola ma che qualcosa non funzionasse ci arrivavo. Allora chiedevo di ripetere e tornavo a capire che erano arrivati i dì d’la merda. Dopo smettevo di chiedere che non volevo fare quella che non capisce mai il dialetto e trotterellavo via non so con quale espressione, non ricordo. Poi dopo non so a che età ho capito che si trattava di merla e non di merda. Fatto sta che l’ho capito e insieme devo aver recepito anche che si tratta dei giorni più freddi dell’anno. Quelli che è bello avere un camino. O un Woolrich. O bersi una bottiglia di vino. Quelli che l’amore non basta come termosifone. Eccetera. Il fatto è che non mi ricordavo mai quando fossero ’sti giorni. Ok d’inverno, ma quando di preciso? Qualcuno – in questo caso la mamma della bimba che la aiuto a fare i compiti – me li annuncia ogni anno – purtroppo mio nonno non più perché è morto ma comunque lo penso spesso lo stesso – ma puntuale l’anno dopo non mi ricordo quando devono arrivare di preciso. Per cui i giorni della merla sono un momento imprecisato dell’inverno, quello più freddo, che quando arriva c’è sempre una voce – non più quella di mio nonno che purtroppo è morto ma comunque gli voglio un gran bene lo stesso e lo penso direi tutti i giorni – che dice che siamo nei giorni della merla. Finora. Stasera infatti ho scoperto la storia dei giorni della merla. E dunque un modo infallibile per ricordarmi sempre – per tutti i prossimi venturi anni finché non morirò o finché non sopraggiungerà la demenza senile o qualche altra brutta malattia per cui si perdono le facoltà mentali – dicevo, per ricordarmi sempre quando sono di preciso i dì d’la merla (e non d’la merda). Allora c’è questa leggenda che dice che i merli erano in origine tutti bianci – che tra l’altro esiste davvero anche il merlo bianco, becco iride e zampe rosa, solo che è raro –. Tra tutti gli antenati bianchi dei merli, però, c’era una volta questa famiglia fatta da papà merlo, mamma merlo, e tre figlioletti merli. Alla fine di Gennaio – che la leggenda dice che finché i merli eran bianchi Gennaio c’aveva solo 28 giorni –, c’era il sole e papà merlo decide che è il momento giusto per andare a far provviste. Intanto che papà merlo è fuori, mamma merlo esce dal nido tutta gaia cantando perché c’è il sole. E canta che ti canta mamma merlo si fa beffe di Gennaio che ormai è finito insieme alle sue giornate fredde. Allora Gennaio se la prende e chiede a Febbraio tre dei sui giorni. Manco a dirlo Febbraio accetta e bam! Gennaio ne ha 31 – di giorni – e Febbraio 28. Dei suoi nuovi giorni Gennaio ne fa una ghiacciaia: manda la temperatura sotto zero, la neve e il gelo. Allora mamma merlo – papà merlo è ancora in giro a cercar cibo – vede del fumo che esce da un camino e decide di trasferirsi sul comignolo coi tre merletti. Il fumo giustamente annerisce le loro penne e da quel momento i merli sono neri. Oltre che sempre da quel momento Gennaio ha 31 giorni e i suoi ultimi tre sono i più freddi dell’anno e sono chiamati i giorni della merla.


1 commento:

  1. I giorni della merla, io ne sentivo sempre parlare dalla mia vicina di casa, finalmente ora conosco la leggenda dei tre giorni della merla!

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